I lampadari di Murano più belli per te

Ha storia e radici antiche la produzione vetraia veneziana. Un’arte che tocca il suo apice tra il XV e il XIX secolo per poi giungere ai giorni nostri. Si rifà direttamente a quella già florida di origine romana e bizantina. A dimostrarlo le fornaci con frammenti di vetro e tessere di mosaico rinvenute a Torcello in un contesto archeologico risalente al 600-650 d.C. Grazie alla Bolla d’ oro del 1082 dell’ Imperatore Alessio I di Bisanzio sui diritti commerciali di Venezia in Oriente, inizia l’espansione commerciale della Serenissima che la vedrà protagonista negli scambi tra l’Europa continentale, il Mediterraneo e il Medio Oriente.

Agli inizi del XV secolo e in seguito alla caduta della Siria, alla presa di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani nel 1453, ma soprattutto grazie alle nuove conquiste della marineria spagnola e portoghese e alla scoperta del continente americano, le rotte commerciali cambiano radicalmente. Il Golfo di Guinea diventa il nuovo polo commerciale, dove le navi lusitane prima e quindi spagnole, olandesi e inglesi sbarcano le loro merci. Tra queste, le perle di vetro veneziane assumono una vera e propria funzione di «moneta»: magica, pratica e incorruttibile.

A questo punto Venezia diventa la capitale mondiale della produzione e della diffusione di questi preziosi, un monopolio che conserverà per oltre tre secoli. E non solo in Africa.

Eredi dell’arte vetraria alessandrina e romana, gli artigiani della Serenissima non ebbero alcuna difficoltà a offrire perle di vetro che riproponevano i motivi taumaturgici e apotropaici contenuti nelle perle mediorientali. L’uso di queste decorazioni magiche e misteriose a protezione delle persone affonda le sue radici in una tradizione molto antica, che risale al II millenio a.C. in Mesopotamia per poi arrivare fino ai giorni nostri.

A partire dal 1291, per ridurre i rischi di incendio nell’ ambito di Venezia, le fornaci per la lavorazione del vetro vennero trasferite a Murano, dove la tradizione continua. Con l’editto dogale promulgato dal doge Tiepolo, l’isola di Murano fu dichiarata vera e propria area industriale e divenne ben presto anche la capitale della produzione vetraia mondiale. Qui, a Murano, quest’attività si concentrò  lungo quel Rio dei Vetrai dove, ancor oggi, ci sono le fornaci più antiche. Ogni anno milioni di turisti visitano l’isola del vetro, affascinati dallo spettacolo di un maestro vetraio che trasforma sotto i loro occhi sabbia, silicio e ossidi di metallo in forme di vetro dai riflessi quasi magici.

Vuoi iniziare a sognare con un elemento d’arredo che farà la differenza nella tua casa o nel tuo ufficio? Inizia anche tu aggiudicandoti uno dei meravigliosi lampadari di Murano. In tal senso, ti consigliamo di fare riferimento a un’azienda come Sogni Di Cristallo: compagnia con una passione che, come puoi vedere dal loro sito, si ammira ancora oggi nelle sue fornaci veneziane, in Italia, dove Maestri muranesi continuano a realizzare prodotti per l’illuminazione secondo l’antica tecnica unica in tutto il mondo.

Si tratta di un sapere autentico, artigianale, custodito da un millennio nella città di Venezia e tramandato di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Sul sito puoi ammirare un’ampia selezione di lampadari in vetro di Murano: non avrai che l’imbarazzo della scelta. D’altronde, i designer di Sogni Di Cristallo delineano su carta (anche su indicazione dei clienti) i modelli che saranno poi realizzati dalle mani dei maestri artigiani. I disegni possono riprendere la tradizione classica veneziana o proporre nuove idee e stili, secondo la collezione di appartenenza.

La ditta osserva i rituali preparatori della selezione e preparazione delle materie prime che anticipano tutte le fasi produttive. Gli artigiani preparano la pasta vitrea in fusione a 1500°C e selezionano le polveri per la colorazione. Si tratta di un momento determinante per la riuscita del prodotto e nulla può essere lasciato al caso. Per la soffiatura, è prelevata dal crogiolo la pasta vitrea incandescente, detta «bolo», con un particolare strumento chiamato canna da soffio. L’artigiano inizia così a modellare la pasta con dei rapidi movimenti delle mani e soffiando all’interno della canna creando delle superfici voluminose. Seguono le fasi della plasmatura, colorazione e decorazione, poi ancora tempera, molatura e montatura.